ECCO LA RISPOSTA AL SERVIZIO MANDATO IN ONDA DA “LE IENE” RIGUARDANTE LA MIA PERSONA E LA MIA ATTIVITA’

ECCO LA RISPOSTA AL SERVIZIO MANDATO IN ONDA DA “LE IENE” RIGUARDANTE LA MIA PERSONA E LA MIA ATTIVITA’

Carissimi amiche e amici,
come alcuni di voi sapranno, negli ultimi anni sono stato al centro di alcune vicende giudiziarie e mediatiche che mi hanno costretto ad attenderne la risoluzione, prima che io potessi fare delle dichiarazioni, assolutamente personali, che mi piacerebbe però condividere con voi, per spiegare quanto accaduto e anche per raccontare la mia personale verità.

Anzitutto, la vicenda che certamente mi ha scosso maggiormente è stata quella mediatica cominciata a seguito del servizio andato in onda a Le Iene che, chiaramente, mi ha mostrato come un “truffatore” ed un “imbonitore”, e che, attraverso un “taglia e cuci “televisivo mi ha dipinto, in danno della mia persona e alla mia professionalità, come un personaggio negativo.

A tal proposito, ho infatti inviato alle opportune sedi nell’ormai lontano 15 luglio 2021 una richiesta di rettifica, mediante le mie legali, che non è mai stata ad oggi ancora pubblicata da Mediaset r.t.i. spa , motivo per il quale sono invece felice di riportane il testo di seguito in modo che possiate tutti comprendere le inesattezze che sono state raccontate in quel servizio, fermo restando che dopo il testo più avanti prosegue la mia narrazione.

OGGETTO: TRASMISSIONE TELEVISIVA “LE IENE”. Servizio “Sfruttare il coronavirus per fare business: il braccialetto anti Covid” del 08.10.2020 e 26.11.2020 e articolo “Falsi braccialetti Covid: indagato l’imprenditore che abbiamo smascherato” del 13.05.2021. Esercizio del diritto di rettifica.

Spettabile Emittente,
con riferimento all’articolo di cui in oggetto, pubblicato in data 13.05.2021 sulla pagina https://www.iene.mediaset.it/2021/news/falsi-braccialetti-anti-covid-indagato_1053085.shtml ed al servizio “Sfruttare il coronavirus per fare business: il braccialetto anti Covid” andato in onda il 08.10.2020 ed il 26.11.2020, ai sensi ed agli effetti dell’art. 8 della Legge sulla stampa nr. 47/1948, il quale stabilisce che “il direttore o, comunque, il responsabile è tenuto a fare inserire gratuitamente nel quotidiano o nel periodico o nell’agenzia di stampa le dichiarazioni o le rettifiche dei soggetti di cui siano state pubblicate immagini od ai quali siano stati attribuiti atti o pensieri o affermazioni da essi ritenuti lesivi della loro dignità o contrari a verità, purché le dichiarazioni o le rettifiche non abbiano contenuto suscettibile di incriminazione penale”, con la presente – in nome e per conto del signor Luciano Mion, titolare della Ditta Individuale “L.A.M. – Centro di Geobiologia e Naturopatia” – si intende precisare quanto segue.

Si contesta anzitutto l’affermazione secondo la quale il sig. Mion sarebbe stato da Voi “smascherato” per cui lo stesso avrebbe “sfruttato il coronavirus per fare business…”. L’utilizzo di tali vocaboli induce il lettore/spettatore a ritenere che il nostro assistito abbia – prima di essere “smascherato” – posto in essere condotte illecite.

A tal proposito si osserva che, allo stato, e come, del resto, anche da Voi riportato, il sig. Mion risulta esclusivamente sottoposto ad indagine per l’ipotizzato reato di frode in commercio da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ivrea la quale, invero, sta ancora svolgendo le necessarie indagini. Confidiamo tuttavia, sulla base di quanto a nostra conoscenza, che il procedimento si concluda con una richiesta di archiviazione da parte della stessa Procura e/o con una sentenza di assoluzione nel merito; pertanto, fino a quell’ipotetico momento e comunque sino a quando non vi sarà una eventuale sentenza di condanna passata in giudicato, il signor Mion – in virtù del principio di presunzione di innocenza – è da considerarsi non colpevole.

Ad oggi, dunque, al nostro assistito non possono essere addebitate condotte penalmente e/o civilmente rilevanti; appare pertanto fuorviante, oltre che errato, attribuirgli atteggiamenti e/o condotte “truffaldine”.

Ed invero, l’unica sanzione – e non condanna emessa da un’Autorità Giudiziaria – che ad oggi è stata irrogata nei confronti del sig. Mion è quella dell’AGCM, Autorità amministrativa indipendente preposta alla tutela del consumatore attraverso il controllo sulle pratiche commerciali scorrette. Sanzione che non è stata impugnata avanti al Tribunale Amministrativo Regionale competente per mere ed esclusive valutazioni personali dell’assistito che non implicano alcun riconoscimento nel merito delle condotte contestate.

Si ricorda altresì che il suddetto procedimento a carico del sig. Mion ha avuto ad oggetto esclusivamente la presunta ingannevolezza ed aggressività dei disclaimer pubblicitari – e quindi la “metodologia” con cui i braccialetti in questione erano stati pubblicizzati e venduti all’interno del sito del predetto – e non le proprietà degli stessi né tanto meno il loro funzionamento.

Da ciò, discendono inevitabilmente due importanti considerazioni: allo stato, da un lato, i prodotti del sig. Mion non possono dirsi “non funzionanti”, come da voi affermato con assoluta certezza, con riguardo alle proprietà benefiche recensite dai clienti stessi (alcuno studio contrario è mai stato condotto in merito) e, dall’altro, nessuna Autorità Giudiziaria ha mai pronunciato nei confronti del Mion sentenza di condanna irrevocabile per frode in commercio e/o per altri reati quivi non identificati.

Inoltre, è necessario precisare e ribadire che il sig. Mion ha pubblicato sul proprio sito e-commerce i prodotti c.d. “anticovid” per poco più di un mese (dalla fine del mese di aprile al maggio 2020) e che, in quel lasso di tempo, questi sono stati venduti in numero poco significativo (nello specifico si sono registrate soltanto due vendite del prodotto commercializzato al prezzo di Euro 649,00).

A tutti gli acquirenti inoltre – a dimostrazione della buona fede dell’imprenditore – è stata avanzata una spontanea offerta di rimborso totale del prezzo di acquisto dei prodotti in oggetto motivata dalla circostanza che la descrizione degli stessi sarebbe potuta apparire non sufficientemente precisa nello spiegarne gli effetti benefici, da individuarsi in termini di miglioramento del benessere psico-fisico e non di contrasto diretto al coronavirus.
A tale richiesta, tuttavia, nessuno degli acquirenti ha risposto positivamente, e il 37,5% ha anzi specificato in risposta alla proposta fatta dal Mion di aver acquistato i braccialetti non per contrasto al Covid19, ma per le altre specifiche proprietà benefiche e di non voler vantare quindi alcuna pretesa di rimborso, esprimendo nella maggior parte dei casi, secondo quanto riferito dal cliente, anche il proprio sincero apprezzamento per i benefici ricavati dall’uso dei suoi dispositivi.

Quanto sopra induce inoltre a pensare come nessuno degli acquirenti abbia malauguratamente allentato le cautele necessarie contro il contagio in quanto ben consci che i dispositivi del sig. Mion non avrebbero potuto bloccare il coronavirus ma al più potuto solo aiutare il miglioramento del proprio stato psico-fisico.

Ulteriore inesattezza da Voi riportata è quella relativa alla dichiarazione secondo la quale “l’AGCM aveva fatto oscurare le pagine del sito internet attraverso cui si vendevano i braccialetti”. La scelta di eliminare dal sito web della GEOLAM le pagine che erano, in quel momento, oggetto di contestazione da parte dell’AGCM, fa capo al sig. Mion che, di sua spontanea volontà ed in ottica collaborativa, ha preferito rimuovere quanto necessario senza alcuna costrizione da parte dell’Autorità procedente e senza che ciò, tuttavia, costituisse ammissione alcuna di responsabilità.
Si legge poi nell’articolo de quo che il sig. Mion “nonostante le misure già prese in giugno, era ancora più intenzionato a sfruttare le sue fake news per fare soldi con il coronavirus”. A correzione di quanto appena citato si rileva che il sig. Mion ha interrotto la vendita dei dispositivi contestati già nel mese di maggio (in particolare il 22 maggio 2020) immediatamente a seguito della notifica dell’avvio del procedimento avanti all’AGCM, non avendo pertanto né “sfruttato le fake news” né perpetrato la vendita dei dispositivi oggetto di contestazione.

Ciò premesso ed al di là delle precisazioni uti supra, risulta comunque necessario sottolineare come l’intero articolo, e prima il contenuto del servizio mandato in onda, induca il lettore a ritenere che il sig. Mion sia un truffatore e – come espressamente associato nello stesso – un negazionista e complottista e paia redatto unicamente, senza peraltro curarsi delle vicende giudiziarie in corso, con il fine di accusare ingiustamente il nostro assistito.
L’accezione, certamente negativa, con cui tali termini vengano utilizzati nel linguaggio comune e vengono appositamente riproposti e accostati al sig. Mion nell’articolo de quo – chiaramente finalizzato ad attribuire al Vostro team i meriti di aver “svelato” una presunta frode perpetrata ai danni dei consumatori – risultano volutamente e gravemente diffamatori nei confronti dello stesso.

Ulteriore rettifica, a tal proposito, si rende necessaria circa le sedicente avversità del sig. Mion rispetto alla tecnologia “5G” (si veda nel testo dell’articolo “… anche perché il nemico da combattere, secondo lui, è quello classico di tutti i negazionisti e complottisti: il 5g”). Lo stesso, infatti, ci riferisce di non essersi mai dichiarato contrario a tale sistema legato alla telefonia mobile, come può facilmente evincersi dai suoi studi e dalle sue affermazioni specifiche contenute nel suo sito.

In ultimo, il sig. Mion ha correttamente riportato in occasione del colloquio con il sig. Di Sarno, durante il servizio andato in onda, che i suoi prodotti fossero “recensiti” positivamente da alcuni importanti sportivi italiani (nello specifico da Vincenzo Nibali e dalle sorelle Fanchini). Tale affermazione, come da documentazione a nostre mani, corrisponde al vero ed, allo stato, da parte dei precitati soggetti non è pervenuta al nostro assistito alcuna comunicazione/richiesta formale di smentita/rettifica del contenuto delle dichiarazioni rilasciate dai medesimi in merito alle proprietà benefiche dei prodotti (peraltro differenti rispetto a quelli oggetto dei Vostri servizi).

Analogo discorso valga per le dichiarazioni rese dai medici citati nel servizio (Dott. Massimiliano Scala, Dott. Antonio Sacco e Dott. Marco De Nardan) atte a smentire ogni possibile collegamento fra il Coronavirus ed i braccialetti venduti dal sig. Mion. Invero, il Dott. Scala il 30.04.2020 rendeva dichiarazioni al sig. Mion (come da documentazione a nostre mani) in cui dava atto di aver testato i prodotti dello stesso rilevando benefici nella compliance respiratoria di pazienti affetti da Covid 19. Allo stesso modo, il Dott. Sacco, con missiva del 22.04.2020, pur senza alcun riferimento al Covid 19, rilevava gli effetti positivi apportati dai braccialetti e consigliava al sig. Mion ulteriore sperimentazione.

Quanto invece alla posizione del dott. Marco De Nardan, il sig. Mion ci riferisce di non aver mai preso contatti né conosciuto il medico da voi interpellato.

Infine – per quanto possa apparire agli occhi dei più di scarsa importanza – il sig. Mion, nostro tramite, intende precisare come lo stesso possa vantare con fierezza di essere stato assunto in giovanissima età dalla Ing. C. Olivetti & C. in Ivrea (TO) dopo avere brillantemente superato i test attitudinali di ingresso previsti e successivamente, dopo aver svolto il servizio militare, di aver fatto parte dal 1970 al 1973 del settore acquisti dei primi componenti elettronici sotto la direzione del Geom. Chiri. Successivamente e fino ai primi anni ‘80 egli ha ricoperto, all’interno del team dell’Ing. Francesco Remotti, la mansione di coordinatore degli acquisti dei vari componenti per la fabbricazione del terminale bancario Cmc7 interessandosi, inoltre, anche del processo produttivo vero e proprio di quel lettore di documenti magnetici.

Una volta terminata questa esperienza e sino al giorno delle dimissioni ha preso parte, sotto la direzione dell’Ing. Giovanni Truant (responsabile del settore strategico Systems & Networks del team di cui l’Ing. Mario Lorenzi era referente), alla ricerca, sviluppo e progettazione dei primi personal computer, tra cui il conosciutissimo Olivetti M24. Pertanto, anche in tal caso, costituisce il vero asserire che il Sig. Mion abbia partecipato, in qualità di dipendente della Ing. C. Olivetti & C., a molte delle più grandi invenzioni del secolo scorso messe a punto da quell’azienda, seppur solamente in qualità di “semplice geometra” come da Voi fatto notare con toni allusivi ed inaccettabili.

Per altri aspetti, quivi rimasti inespressi per necessità di economia di esposizione, ci si riserva di rendere gli ulteriori, necessari e doverosi chiarimenti.

Non solo, ho inoltre proposto più volte al sig. Di Sarno, inviato de Le Iene, di testare presso una clinica o un laboratorio super partes, scelti di comune accordo, i miei dispositivi per comprendere se fossero efficaci o meno e, nonostante il suo riscontro positivo e la promessa di farli conoscere ove fossero risultati funzionanti,  non ha mai dato seguito a quanto detto (preciso che sono in possesso della registrazione vocale attestante tutto ciò, e non solo, della durata di più di due ore)

Inoltre, ritengo doveroso sottolineare due ulteriori aspetti.

Il primo riguarda il coinvolgimento degli utenti, miei clienti, in questa vicenda, ed invero solo 44 persone hanno acquistato i dispositivi “incriminati” e tra questa solo 2 quello da 649 euro (c.d. “anticovid”). A tutti questi consumatori ho proposto, a mezzo mail, il rimborso integrale di quanto acquistato specificando che la proposta di restituzione era finalizzata ad ovviare ad un grande possibile inconveniente ossia il fatto che le 44 persone fossero convinte che i dispositivi da loro acquistati potessero “contrastare” o “combattere” in qualche modo diretto il covid e non per gli altri motivi da me spiegati. Nessuno degli acquirenti rispondeva positivamente e nessuno chiedeva la restituzione di quanto speso, anzi, tutti coloro che hanno risposto lo hanno fatto specificando che l’acquisto era stato dettato dalle proprietà di contrasto all’ elettrosmog,e non per il Covid,e molti di questi hanno specificato di aver tratto benefici di carattere salutistico tipo il miglioramento della fase respiratoria. Questo in quanto, operando io da quasi trent’anni nello svolgere ricerca sui CEM nocivi (leggasi elettrosmog), ho acquisito una clientela fidelizzata sul mercato che si interessa ai miei prodotti per le qualità che questi hanno, anche prima della vicenda de qua.

La seconda considerazione invece rileva – a dimostrazione della mia buona fede – in merito ai mezzi pubblicitari adoperati. A quei tempi ho sempre venduto i miei dispositivi solo sul mio sito e non mi sono mai interessato a sfruttare altri canali, magari anche più immediati, come i social network (Facebook, Instagram, Linkedin). Non è rinvenibile infatti, sulla rete, una sola inserzione pubblicitaria, sui dispositivi venduti in quel periodo e su quelli in particolare con “capacità anti-Covid”. È di facile comprensione che, se avessi veramente voluto “lucrare” sulla vendita di questi dispositivi, mi sarei adoperato per massimizzarne la pubblicizzazione anche ad esempio sui giornali o altri mezzi di divulgazione, circostanza mai avvenuta.

Posso infatti affermare senza remore, di aver sempre agito in buona fede con l’unica volontà di arrecare beneficio fisico ai miei clienti attraverso l’utilizzo dei miei dispositivi, frutto di uno studio pluridecennale.

Che i miei comportamenti non siano stati illeciti in alcun modo, lo dimostra la circostanza per cui l’unica sanzione che mi è stata comminata è quella dell’AGCM, autorità discrezionale, che ha avuto ad oggetto esclusivamente la presunta ingannevolezza ed aggressività dei disclaimer pubblicitari – e quindi la “metodologia” con cui i miei braccialetti erano stati pubblicizzati e venduti all’interno del sito– e non le proprietà degli stessi né tanto meno il loro funzionamento. Specifico inoltre che avverso tale decisione ho scelto di non fare ricorso al Tar esclusivamente per ragioni economiche e senza che ciò implicasse un’ammissione di colpevolezza alcuna.

Nessuna Autorità Giudiziaria ha quindi mai pronunciato sentenza di condanna nei miei confronti, né in sede civile, né in sede penale, per le condotte che sono state tanto discusse.

Da quanto spiegato sin d’ora discende inevitabilmente una conseguenza: che i miei prodotti non possono dirsi “non funzionanti”, come affermato da Le Iene con assoluta certezza, con riguardo alle proprietà benefiche recensite dai clienti stessi (alcuno studio contrario è mai stato condotto in merito) e anzi, per dimostrarne l’efficacia evitando l’effetto placebo, sono state condotte diverse prove in cieco e doppio cieco ( alcune visionabili ad esempio qui https://www.geolam.info/2019/04/22/prove-eseguite-in-cieco-il-22-settembre-2018-dalla-federazione-autotrasportatori-italiani/ e queste erano già presenti sul mio sito come si vede dal 2018, assieme ad altre precedenti, e quindi ben prima che il Di Sarno dichiarasse più volte che mancava la scientificità sul funzionamento dei miei dispositivi, visto che parrebbe che le prove in cieco e doppio cieco siano da considerarsi fino a prova contraria svolte secondo questi canoni https://it.wikipedia.org/wiki/Doppio_cieco ) a cui ne hanno poi fatte seguito altre, come test di laboratorio svolti dalla DDclinic Research Institute (visionabile al link https://www.geolam.info/2020/12/30/questa-una-ricerca-sulle-cellule-vegetali-a-cui-siamo-stati-invitati-a-partecipare-nella-nostra-qualita-di-esperti-in-
protezione-dalle-radiazioni-elettromagnetiche-nocivesvolta-dalla-fondazione-onlu/ ) i cui lavori vengono pubblicati anche qui https://www.wcrj.net/?s=ddclinic

Per ogni ulteriore dubbio, rimango a disposizione per ogni chiarimento e ringrazio chi quotidianamente mi continua a dare fiducia e in particolare tutti coloro che faranno in qualche modo conoscere questa mia ad altri.

Un caro saluto a tutti
Luciano A. Mion

Condividi questo post